giovedì 24 settembre 2009

L’Arabia che guarda al futuro


Dopo tanto tempo torno a scrivere, non per parlare di politica, ma di cose molto più serie.

Se siete degli scienziati lo sapevate già, ma se siete dei comuni cittadini probabilmente non avete neanche sentito parlare della Kaust (King Abdullah University of Science and Technology). Questo ateneo è nato ufficialmente ieri, con l’inaugurazione alla quale hanno partecipato diversi presidenti, leader politici, premi Nobel e personaggi della scienza e della cultura di fama mondiale.

La Kaust nasce dalle idee illuminate del sovrano saudita, che ha da sempre ribadito l’importanza dell’istruzione e della ricerca scientifica per fare il necessario salto di qualità in Medio Oriente. In soli tre anni (e circa tre miliardi di dollari spesi per ora) l’università è diventata realtà e da oggi accoglie centinaia di studenti che nel giro di qualche anno diventeranno più di diecimila. L’università, come dice il nome stesso, si dedica esclusivamente alle discipline scientifiche con particolare attenzione alla ricerca scientifica in diversi settori, tra i quali spiccano le energie rinnovabili, le nanotecnologie, le biotecnologie. C’è tutto per diventare una delle migliori università del mondo nell’arco di pochi anni, le strutture sono notevoli, un campus in cui non manca nulla, laboratori tra i migliori del mondo che includono Shaheen, il supercomputer più veloce del Medio Oriente e tra i più veloci a livello mondiale, c’è una delle più grandi e avanzate “clean room” del mondo per le ricerche nel campo delle nanotecnologie, c’è anche Cornea, una stanza dove i dati dal computer si trasformeranno in una realtà virtuale in 3D (proiettando delle immagini sulle 6 facce interne del cubo) nella quale ricercatori e studenti si potranno “immergere”, non ce ne sono molte al mondo e questa è quella con la risoluzione più alta in assoluto, 100 milioni di pixel . Ci sono le partnership giuste, con università del calibro di Cambridge e Stanford. I docenti sono tra i migliori del mondo e provengono da decine di paesi, stesso discorso per gli studenti, solo il 15% degli ammessi infatti è di nazionalità saudita.

Mi sembrava doveroso segnalare la nascita di quella che per i suoi creatori dovrà diventare la migliore università del Medio Oriente ed entrare a far parte dell’olimpo mondiale degli atenei dove si fa ricerca scientifica ad altissimo livello. Una volta tanto i petrodollari vengono investiti in qualcosa di utile che può realmente cambiare i destini di una nazione. Non ci resta che incrociare le dita e sperare di raccogliere i primi frutti tra qualche anno!

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